Capitale: Il Cairo
Superficie: Totale 1.001.450 Km²
Popolazione: 94.798.827 Ab. (Stima 2017)
Lingua: Arabo (Ufficiale) Inglese E Francese
Religione: Musulmana Al 99%
Governo: Repubblica
Indipendenza: 28 Febbraio 1922 Dalla Gran Bretagna
Sigla Automobilistica: Et
Prefisso Telefonico: +20
GEOGRAFIA
Questo grande paese si trova in Africa del nord e, per mezzo del promontorio del Sinai, anche nel continente asiatico. Confina a ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est con Israele e la Giordania ed è bagnato a oriente dal Mar Rosso e a nord del Mar Mediterraneo.
La geografia egiziana è influenzata da due elementi: il deserto e il Nilo. Il grande fiume separa il deserto occidentale (o libico) con quello orientale (o arabico), quest’ultimo lambito dal Mar Rosso. L’unica parte montuosa è quella corrispondente al Sinai, che comprende la montagna più alta: il Jebel Latrina di 2.637 metri; mentre il resto del paese si presenta quasi totalmente piatto e desertico con poche formazioni collinari. L’idrografia si caratterizza per i 1.550 km del Nilo e per il Lago Nasser, nato in seguito alla costruzione della grande diga di Aswan.
CLIMA
Il Clima del Cairo è generalmente temperato e il caldo abbastanza sopportabile, con variazioni stagionali sensibili tra estate e inverno. Sul Mar Rosso il clima è tendenzialmente secco con temperature massime estive di circa 35-40°C e minime di 22-28°C; in inverno (novembre-febbraio) le temperature scendono da massime di 26-28°C a minime di 12-14°C. Nel deserto l’escursione termica è molto forte, soprattutto nei mesi invernali, con minime anche poco di sopra lo zero.
POPOLAZIONE
La popolazione egiziana è distribuita in modo assolutamente difforme sul territorio. La quasi totalità vive tra la valle e il delta del Nilo; da sola Il Cairo accoglie circa 20 milioni di persone, e la seconda città del paese, Alessandria, si attesta sui 4 milioni. Predominano le etnie nordafricane, in particolare egiziani, beduini e berberi; mentre l’1% è di origine non africana (greci, italiani, francesi e armeni). La lingua ufficiale è l’arabo, ma vengono usate anche lingue locali come il nubiano e l’oromo. L’inglese è usato comunemente essendo la lingua ufficiale dell’epoca coloniale. Oltre il 90% della popolazione pratica la religione islamica, il resto si divide tra cristiani copti e seguaci di altre religioni.
STORIA
Con un bagaglio storico prestigioso che si snoda nell’arco di millenni, l’Egitto è da sempre un grande protagonista della scena politica, culturale ed economica dell’Africa arabizzata e del Vicino Oriente. Dopo l’invasione, la sconfitta e il ritiro dell’esercito napoleonico (1798-1799) il paese si distaccò dall’Impero Turco Ottomano in piena decadenza per entrare gradualmente nell’orbita delle potenze coloniali europee. Nel 1881 il Regno Unito e la Francia riuscirono ad estendere il loro controllo su alcuni apparati dirigenti statali e sul Canale di Suez, ma fu la Gran Bretagna ad occuparlo con le proprie truppe, rimanendovi indisturbata anche dopo il 1922, anno dell’indipendenza e della nascita del Regno Egiziano guidato dal re Fuad I. Si può tranquillamente parlare di controllo sulla vita pubblica locale da parte della Corona britannica almeno fino al colpo di stato dei Liberi Ufficiali avvenuto nel 1952.
Nel ’52 il generale Neghib e il colonnello Nasser presero il potere in Egitto senza spargere sangue. Essi deposero la dinastia regnante, proclamarono la nascita della repubblica e imposero il definitivo ritiro delle truppe europee dalla zona del Canale di Suez e dalle principali basi militari. La tensione ormai crescente tra il nuovo governo e gli anglo-francesi si aggravò nel ‘56, quando Nasser, eletto presidente della Repubblica, decise di nazionalizzare il Canale di Suez per sottrarlo definitivamente al controllo straniero. La situazione precipitò con lo scoppio, nello stesso anno, del primo conflitto diretto con Israele: contando sul sostegno delle forze anglo-francesi Israele occupò il Sinai e la punta del Canale di Suez, e il Cairo fu bombardata. Per evitare l’allargamento della guerra all’intera regione intervennero diplomaticamente Usa e Urss. Le truppe anti-egiziane si ritirarono e la zona passò sotto il controllo dell’Onu.
Il braccio di ferro con l’Occidente accrebbe enormemente il carisma e il potere di Nasser, tant’è che il presidente cominciò ad essere identificato come massimo esponente del mondo arabo. Egli nel ‘67 riuscì ad unire vari paesi musulmani in una coalizione anti-israeliana che accese la miccia della cosiddetta Guerra dei Sei Giorni, conclusasi con la grande vittoria degli ebrei e l’occupazione di Sinai, Golan, Cisgiordania e Canale di Suez.
La pesante situazione politica fu ereditata nel 1970 dal vice di Nasser, Sadat, il quale dopo aver intrapreso con la Siria l’ennesima guerra anti-israeliana, La Guerra del Kippur (‘73) inaugurò un nuovo corso all’insegna dell’apertura all’Occidente e soprattutto verso lo Stato ebraico. Questa inedita linea sfociò negli storici Accordi di Camp David (‘78) in cui l’Egitto riconobbe formalmente Israele e il suo diritto all’esistenza. Il drastico cambio di direzione di Sadat gli valse, tuttavia, l’acerrima ostilità di gran parte del mondo arabo e soprattutto dei gruppi fondamentalisti islamici. Gli stessi che nell’81 organizzarono l’attentato in cui perse la vita.
L’irruenza dei gruppi fondamentalisti in Egitto è stata inizialmente un grave problema anche per il successore di Sadat, Hosni Mubarak, la cui politica è da sempre improntata al prudente equilibrio tra Occidente e mondo arabo. Dopo un trentennio di presidenza, continuamente reiterata grazie a opportune modifiche costituzionali, 18 giorni di imponenti proteste, accompagnate dall’uccisione di oltre 800 egiziani, costringono Ḥosnī Mubārak alle dimissioni l’11 febbraio 2011, lasciando il potere al Consiglio supremo delle forze armate guidato dal Feldmaresciallo (Mushir) Moḥammed Ḥoseyn Ṭanṭāwī. Le successive elezioni presidenziali del 2012 danno la vittoria a Mohamed Morsi, candidato dei Fratelli Musulmani. Il 3 luglio 2013 il presidente Morsi viene destituito da un colpo di Stato militare guidato dal generale ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī che, prendendo di fatto il controllo del paese, viene ufficialmente proclamato presidente nel 2014.
VISTI E VACCINAZIONI
Esistono due modalità per entrare in Egitto:
passaporto con validità residua di almeno sei mesi alla data di arrivo nel Paese solo per turismo, carta d’identità cartacea o elettronica valida per l’espatrio con validità residua superiore ai sei mesi, accompagnata da due foto formato tessera necessarie per ottenere il visto che si richiede alle locali Autorità di frontiera all’arrivo nel Paese (in mancanza delle foto NON viene rilasciato il visto di ingresso), si raccomanda pertanto di munirsi delle foto prima della partenza dell’Italia. Si segnala che le Autorità di frontiera egiziane NON consentono l’accesso nel Paese ai viaggiatori in possesso di carta di identità elettronica con certificato di proroga (cedolino cartaceo di proroga di validità del documento); ugualmente, la carta di identità cartacea con validità rinnovata mediante apposizione di timbro sul retro del documento NON è più accettata. Si raccomanda in tal caso di utilizzare altro tipo di documento (passaporto), onde evitare il respingimento alla frontiera.
Non sono richieste vaccinazioni obbligatorie.
VALUTA
Nome Moneta: Sterlina Egiziana
Codice Moneta: EGP
1 Euro = 19.45 Sterline Egiziane