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Ghana, Togo, Benin, Costa D’Avorio, Sierra Leone

Ghana, Togo, Benin, Burkina Faso e Costa D'AvorioGhana, Togo, Benin, Burkina Faso e Costa D'Avorio

GHANA


  • IN SINTESI

    Capitale: Accra
    Superficie: Totale 239.460 Km²
    Popolazione: 28.956.587 Ab. (Stima 2017)
    Lingua: Inglese, Idiomi Locali (Akan, Ga, Twi, Fante, Ewe, Housa)
    Religione: Cristiana, Musulmana, Animismo
    Governo: Repubblica
    Indipendenza: 6 Marzo 1957 Dalla Gran Bretagna
    Moneta: Cedi
    Fuso Orario: -1 Con Ora Solare In Italia, -2 Con Ora Legale
    Prefisso Telefonico: +233

  • CARATTERISTICHE DEL PAESE

    GEOGRAFIA
    Il Ghana è uno dei paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea. Confina a ovest con la Costa d’Avorio, a nord col Burkina Faso a est col Togo. È bagnato dall’Oceano Atlantico nella parte meridionale ed è perlopiù pianeggiante, eccezion fatta per alcuni altipiani che, nell’ordine, si trovano a oriente, dove svetta il Monte Togo, tra il centro e il confine livoriano, cioè il Kwahu Plateau, e in prossimità del punto più alto: il Monte Afadjato (885 m). L’idrografia è dominata dal Lago Volta, formato dal fiume omonimo, e da uno dei suoi immissari, il fiume Oti che proviene dai Monti Togo.

    CLIMA
    Il clima è tropicale ma con notevoli variazioni relative alle precipitazioni. Se si eccettuano marzo e agosto, rispettivamente il mese più caldo e più freddo, a nord troviamo una stagione delle piogge tra aprile e settembre, alternata ad una lunga fase di siccità causata dello spirare del vento caldo harmattan; mentre al centro e a sud le precipitazioni si concentrano fra aprile e giugno e fra settembre e novembre. La temperatura media annua è 26°C.

    POPOLAZIONE
    La popolazione è molto varia dal punto di vista etnico. Fra le tante presenti si distinguono gli akan (52%) i mossi (15%) gli ewe (12%) i ga (8%) e minoranze di origine europea ed indiana. La lingua ufficiale è l’inglese, che convive con le tante autoctone, e la religione prevalente è il Cristianesimo, diffuso soprattutto nella parte meridionale perché è qui che si insediarono i primi coloni. Seguono l’Islam, particolarmente consistente a nord, e l’animismo.

    STORIA
    Il Ghana vanta un passato antico legato al glorioso Impero Ashanti, compensato in epoca moderna dal l’impietoso fenomeno della tratta degli schiavi. Dopo l’arrivo e l’insediamento dei portoghesi (fine del XV secolo) il paese si ritrovò, infatti, al centro di un fiorente e capillare sistema di prelevamento/esportazione di uomini, oro, avorio, pietre e cacao che attirò presto anche olandesi e inglesi. Questi ultimi riuscirono a subentrare verso la fine del XIX secolo, ribattezzando l’area Costa d’Oro e amministrandola in modo razionale, al punto da renderla una delle colonie africane meglio organizzate.
    Al termine della Seconda Guerra Mondiale cominciò a manifestarsi un certo fermento politico e culturale che si intensificò progressivamente con l’avvicinarsi dell’indipendenza, raggiunta nel 1957. Un personaggio carismatico come Kwame Nkrumah, leader del Partito della Convenzione del Popolo (Pcp) riuscì a cavalcare la patriottica e costruttiva spinta popolare per conquistare, tre anni più tardi, la carica presidenziale. Salutato come primo presidente del Ghana indipendente e simbolo stesso della libertà, Nkrumah diede vita ad un governo che, in poco tempo, assunse invece un profilo marcatamente dittatoriale e liberticida. La chiusura politica del governo Nkrumah, sommata ai fallimenti economici, spianò la strada al golpe militare (1966).
    Alla fine degli anni Sessanta iniziava in Ghana una lunga fase di dittature, perlopiù di estrazione militare, destinata a protrarsi per trent’anni. I personaggi principali che si avvicendarono al potere furono Kofi Busia, il colonnello Acheampong, il generale Akuffo, e poi Jerry Rawlings: salito al potere nel 1979 e rimasto al vertice, nonostante alcune pause, fino alla fine degli anni ’90, egli si contraddistinse per l’accanimento violento contro gli oppositori politici, la corruzione e i legami economici con l’Occidente. Nel 2000 le elezioni consegnarono il paese a John Kufour, leader del New Patriotic Party (Npp) il cui obiettivo principale è da sempre l’uscita dalla crisi economica attraverso riforme istituzionali e sociali. Oggi il Presidente è Nana Akufo-Addo.

  • INFORMAZIONI PRATICHE

    VISTI E VACCINAZIONI
    È necessario il passaporto con validità residua di almeno tre mesi e il visto d’ingresso da richiedere prima della partenza. Vaccinazione obbligatoria contro la febbre gialla; consilgiata la profilassi antimalarica.

    VALUTA
    Nome Moneta: Cedi
    Codice Moneta: GHS
    1 Euro = 6.18 Cedi



TOGO


  • IN SINTESI

    Capitale: Lomè
    Superficie: Totale 56.000 Km²
    Popolazione: 11.446.317 Ab. (Stima 2017)
    Lingua: Francese E Lingue Autoctone Tra Cui L’ewe
    Religione: Credi Animisti, Cristianesimo, Islam.
    Governo: Repubblica
    Indipendenza: 27 Aprile 1960 Dalla Francia
    Moneta: Franco Cfa
    Fuso Orario: -1 Con Ora Solare In Italia, -2 Con Ora Legale.
    Prefisso Telefonico: +228

  • CARATTERISTICHE DEL PAESE

    GEOGRAFIA
    Piccolo Stato dell’Africa guineana, bagnato dall’Oceano Atlantico, il Togo ha la forma di una striscia di terra lunga e sottile. La parte sud del paese si affaccia sul Golfo di Guinea, mentre ad ovest confina con il Ghana, a nord con il Burkina Faso e ad est con il Benin. La morfologia è molto varia: la savana nell’area pianeggiante della parte settentrionale, il paesaggio collinare al centro tagliato in modo obliquo dalla catena montuosa dei Monti del Togo, e un altopiano che diminuisce di altitudine man mano che si procede in direzione del mare. I fiumi più importanti sono l’Oti, che nasce nel nord del Benin, e il Mono, che nasce dai Monti del Togo e, alimentando il lago artificiale di Nangbéto, sfocia nel Golfo di Guinea. Vicino al mare è presente anche una vasta laguna; la sua parte più estesa prende il nome di Lago Togo.

    CLIMA
    Clima tipicamente tropicale con temperature medie che oscillano tra i 27 °C della costa e i 30 della zona settentrionale. A sud le stagioni della pioggia sono comprese tra aprile e luglio e ottobre e novembre.

    POPOLAZIONE
    Quella del Togo è una popolazione non numerosa ma in costante crescita, concentrata perlopiù nei villaggi rurali. Si contano ben 45 etnie, tra cui: ewe, kabyé, uaci, mina, mossi e aja. La lingua ufficiale è il francese (in alcune zone è diffuso anche il tedesco); tuttavia si parlano moltissime lingue locali con vari idiomi (quella ewe è la più diffusa). Dal punto di vista religioso il Togo è a maggioranza animista, seguono il Cristianesimo e l’Islam; ma non va mai dimenticato che qui, come in altre parti del continente, è forte il sincretismo tra religioni monoteiste e credenze locali: il Vudù ne è un esempio.

    STORIA
    La varietà etnica e culturale del Togo trae origine delle ondate migratorie che, tra XI e XIX secolo, hanno interessato questo paese. Popoli come gli ewe e i mina si spostarono dalle regioni confinanti per stanziarvisi, e tra ‘700 e ‘800 finirono sotto l’influsso dei potenti regni di Ashanti e Dahomey. Il quadro locale, già alquanto ricco e complesso, fu ulteriormente complicato dall’arrivo degli europei: prima i portoghesi, particolarmente attivi nella compravendita di schiavi, poi i tedeschi che, nel 1884, grazie ad una serie di patti commerciali (i cosiddetti trattati di Togoville) stipulati con il capo locale Mlapa III, ottennero diritti economici su tutto il territorio. La Germania avvolse ben presto il Togoland in un protettorato destinato a trasformarsi rapidamente in dominio effettivo.
    In seguito al crollo della Germania nella Prima Guerra Mondiale il Togoland passò sotto le potenze imperialiste vincitrici, che lo divisero usando come pretesto il mandato della Società delle Nazioni. Nel 1960 la parte francese del Togoland proclamò la propria indipendenza assumendo il nome di Togo, mentre quella britannica confluì all’interno dei confini del Ghana. Tre anni dopo l’indipendenza il Togo del presidente Sylvanus Olympio fu teatro del primo colpo di stato militare della storia africana, che ebbe come protagonista un gruppo di 626 veterani togolesi dell’esercito francese. Rovesciato il governo e ucciso il presidente, i golpisti affidarono momentaneamente il potere all’ingegnere Nicolas Grunitzky, per consegnarlo quattro anni dopo al sergente Étienne Eyadéma (1967). Fu costui che instaurò una dittatura monopartitica destinata a durare per quasi quarant’anni! Oltre alle violenze e alle molteplici violazioni dei diritti umani, denunciate puntualmente dalle organizzazioni internazionali, il lungo potere di Eyadéma è ricordato per il rapporto dicotomico tra la linea ufficiale del regime, profondamente anticolonialista e antieuropea, e quella ufficiosa, all’insegna dei buoni rapporti commerciali e politici con alcuni paesi europei, come la Francia. Tra i provvedimenti di facciata del regime, il più eclatante fu l’ordine di cambiare i nomi di battesimo di origine europea con nomi locali.
    Agli inizi degli anni Novanta il dittatore decise clamorosamente di dare le dimissioni. Seguì la nomina di un primo ministro di transizione che, insieme ad altri esponenti dell’opposizione, alla stampa e ai sindacati, fu bersaglio delle azioni terroristiche perpetrate dai militari sostenitori del regime. Il clima di tensione in cui precipitò rapidamente il Togo creò il terreno fertile per il ritorno in pompa magna di Eyadéma. Il risultato pressoché plebiscitario delle elezioni del ’93 consentì infatti allo storico leader di stringere nuovamente la morsa sul paese per un altro decennio, durante il quale nuovi provvedimenti antidemocratici lo portarono al completo isolamento.
    Alla morte di Eyadéma, avvenuta il 5 febbraio 2005, fu il figlio Faure Gnassingbé a prendere il controllo del paese. Forte del sostegno dei militari e dei parlamentari, egli impedì di rientrare a colui che avrebbe dovuto guidare il Togo per un periodo di transizione, cioè il portavoce del Parlamento Fambaré Ouattara Natchaba; contemporaneamente fece modificare la Costituzione per ottenere immediatamente il mandato presidenziale. La manovra, anche se formalmente legale, fu denunciata dall’Unione Africana e dall’Onu come un nuovo colpo di stato e fu anche contestata pubblicamente dal popolo. Soffocate nel sangue le manifestazioni, il delfino togolese organizzò elezioni ad hoc per legittimare il nuovo status quo, elezioni che confermarono Gnassinbé come presidente del Togo, tra sospetti e denunce di brogli.

  • INFORMAZIONI PRATICHE

    VISTI E VACCINAZIONI
    Necessario passaporto con validità residua di almeno tre mesi. Vaccinazioni obbligatoria contro la febbre gialla

    VALUTA
    Nome Moneta: Franco Cfa
    Codice Moneta: Xof
    1 Euro = 655.9570 Franco Cfa



BENIN


  • IN SINTESI

    Capitale: Porto-novo (Sede Del Governo A Cotonou)
    Superficie: Totale 112.620 Km²
    Popolazione: 7.413.000 Ab.
    Lingua: Francese (Lingua Ufficiale)
    Religione: Cristiana (Maggioranza) Musulmana, Animismo
    Governo: Repubblica
    Indipendenza: 1 Agosto 1960 Dalla Francia
    Moneta: Franco Cfa
    Fuso Orario: 0 Con Ora Solare In Italia, -1 Con Ora Legale
    Prefisso Telefonico: +229

  • CARATTERISTICHE DEL PAESE

    GEOGRAFIA
    Incastonato nella zona del Golfo di Guinea e dotato di una forma allungata, il Benin è un piccolo Stato dell’Africa Occidentale conosciuto storicamente come Dahomey. Confina a ovest col Togo, a est con la Nigeria, a nord con Burkina Faso e Niger ed è bagnato a sud dall’Oceano Atlantico. La morfologia del territorio è alquanto omogenea. Partendo da nord si distingue il fiume Niger, che lascia spazio ad un altopiano semiarido dominato dalla savana; e man mano che si procede verso le coste il paesaggio appare sempre più caratterizzato dalla presenza di numerosi centri urbani, come Porto-Novo e Cotonou. Qui si concentra quasi tutta la popolazione del paese.

    CLIMA
    Il clima è caldo e umido e le precipitazioni sono piuttosto scarse e concentrate nelle due stagioni che vanno da aprile a luglio e da settembre a novembre. A causa del vento secco e polveroso chiamato harmattan le serate invernali possono essere abbastanza fresche.

    POPOLAZIONE
    Sono circa 40 i gruppi etnici che danno vita alla popolazione del Benin, formata a stragrande maggioranza dai fon, dagli adja, dai yoruba, dai somba e dai bariba. Si tratta di gruppi che possiedono una lingua propria ma che parlano il francese, lingua ufficiale della nazione. In ambito religioso le statistiche ufficiali riportano una prevalenza del Cristianesimo, seguito dall’Islam e dai culti animisti. In realtà in Benin, così come in tutta l’Africa guineiana, è fortissimo l’attaccamento ai riti e alle tradizioni antiche autoctone, come quelle vudù. Pertanto anche le religioni monoteiste subiscono il loro influsso, trasformandosi in qualcosa di molto differente rispetto a quel che comunemente si conosce.

    ARTE E CULTURA
    Il Benin è la culla del vudù, una religione esoterica nata dalla fusione tra l’animismo tradizionale africano e concetti estrapolati dal cattolicesimo, diffusasi nelle Antille, nei Caraibi e in Brasile per effetto del commercio di schiavi. Le credenze vudù, fondate sui culti degli dei e della natura, si materializzano in Benin nei legbas protettori e negli altari sacrificali presenti in ogni villaggio; e a volte celati dall’oscurità delle piante.

    STORIA
    La storia del Benin è legata all’antico splendore del Regno del Dahomey, il quale originatosi in questo territorio, riuscì nel Seicento ad inglobare quasi tutta l’Africa occidentale dopo aver stabilito ottime relazioni commerciali anche con portoghesi e olandesi. Giunti qui due secoli prima, gli europei crearono le premesse per innescare un massiccio e prospero commercio di schiavi.
    Quando nel ‘700 iniziò la decadenza del Dahomey furono i francesi ad avviare una lenta ma inesorabile colonizzazione, che si può considerare conclusa nel 1899 con l’inserimento del all’interno dell’Africa Occidentale Francese (Aoi). La morsa transalpina si allentò solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la colonia ottenne una maggiore autonomia che fu preludio dell’indipendenza, raggiunta nel 1960 col nome di Repubblica di Dahomey. L’epoca post-coloniale di questo paese fu molto travagliata, segnata dall’instabilità politica e da colpi di stato. Il nome del paese cambio nel 1975 divenendo Benin, così come cambiò la Costituzione (1977) che legittimava un sistema monopartitico guidato dal Partito della Rivoluzione Popolare del Benin. Nonostante fosse applicato in modo ortodosso, il modello socio-economico ispirato al socialismo cubano fu ben lungi dal trasmettere vantaggi al popolo e all’economia. Nel 1990 si dovette ammettere pubblicamente il fallimento del regime per lanciarsi a capofitto tra i fautori della democrazia liberale.

  • INFORMAZIONI PRATICHE

    VISTI E VACCINAZIONI
    Per entrare in Benin è necessario un visto, da richiedere presso le autorità competenti prima della partenza; obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla; fortemente consigliata la profilassi antimalarica..

    VALUTA
    Nome Moneta: Franco CFA
    Codice Moneta: XOF
    1 Euro = 655.9570 Franco CFA


COSTA D’AVORIO


  • IN SINTESI

    Capitale: Yamoussoukro (Capitale Amministrativa); Abidjan (Sede Del Governo)
    Superficie: Totale 322.450 Km²
    Popolazione: 24.571.044 Ab. (Stima 2017)
    Lingua: Francese (Ufficiale), Baoulé, Dioula, Agni.
    Religione: Musulmana, Cristiana E Animista
    Governo: Repubblica
    Indipendenza: 7 Agosto 1960
    Moneta: Franco Cfa
    Fuso Orario: -1 Con Ora Solare In Italia, -2 Con Ora Legale
    Prefisso Telefonico: +225

  • CARATTERISTICHE DEL PAESE

    GEOGRAFIA
    Affacciata sul Golfo di Guinea a sud, confina a ovest con la Liberia e la Guinea, a nord con il Mali e il Burkina Faso, a est con il Ghana. La costa occidentale è caratterizzata dalla presenza di scogli, baie e promontori rocciosi; quella orientale è percorsa da grandi e profonde lagune, gran parte delle quali risulta inaccessibile al mare a causa della presenza di piccoli arcipelaghi sabbiosi che formano una barriera naturale tra la zona litoranea e il mare aperto. L’entroterra è caratterizzato da fitte foreste pluviali, dimora e rifugio di più di 200 specie di piante. Le foreste digradano rapidamente verso nord lasciando il posto a una vegetazione più rada, tipica delle savane. Gli unici rilievi presenti si trovano nelle regioni occidentali di Man e Odienné, tra cui spiccano i monti Nimba, alti più di 1 750 m.

    CLIMA
    Clima tropicale, con una stagione secca da dicembre a febbraio e una stagione piovosa da aprile ad ottobre, dovuta al monsone africano. Lungo la costa le piogge sono consistenti anche a marzo e novembre, nonché anche a dicembre sulla parte più occidentale. Le precipitazioni sono più abbondanti sulla costa, mentre nelle zone interne sono in genere meno intense. Durante l’inverno il tempo è migliore e le temperature sono elevate in tutto il Paese, anche a dicembre e gennaio, tanto che le massime oscillano intorno ai 30 gradi sulla costa e ai 32/34 °C nelle zone interne. Nelle zone interne l’umidità è bassa, dato che il vento prevalente, l’harmattan, soffia dal deserto, portando la polvere che può velare il cielo e creare una foschia caratteristica.

    POPOLAZIONE
    La popolazione odierna della Costa d’Avorio appartiene a 62 gruppi etnici, raggruppabili in cinque grandi ceppi accomunati da caratteristiche socio-culturali o etno-linguistiche: Akan, i Gur, Kru, Mande del nord e Mandé del sud. Gli Akan sono il gruppo etnico maggiore (42,1% della popolazione) e si trovano prevalentemente nelle regioni orientali e centrali dello stato. Molte le influenze dei popoli dei paesi limitrofi, come Burkina Faso e Ghana, come nel caso dei Voltaici (es Senoufo) e dei Mandé.

    STORIA
    Il gruppo etnico principale vi giunse in epoca piuttosto recente, dalle zone vicine: il popolo Kru migrò dalla Liberia attorno al 1600; i Senoufo e i Lubi vi giunsero scendendo verso sud dal Burkina Faso e dal Mali. Bisogna aspettare il XVIII e XIX secolo perché vi giungesse anche il popolo Akan, inclusi i Baoulé, che emigrarono dal Ghana nell’area orientale del paese, insieme ai Malinké, migrati nello stesso periodo dalla Guinea verso il nordovest della Costa d’Avorio. In confronto con il confinante Ghana, la Costa d’Avorio non ha sofferto molto dal traffico di schiavi in quanto la navi dei mercanti di schiavi preferivano altre zone lungo la costa che offrivano approdi migliori.
    I portoghesi, seguiti da olandesi e francesi, iniziarono a commerciare con l’Africa occidentale nel Cinquecento ma la scarsità di porti naturali della Costa d’Avorio impedì una colonizzazione europea del suo territorio. L’unico commercio che si sviluppò nel Seicento fu quello dell’avorio, che condusse gli elefanti della zona all’estinzione, tanto che questo commercio all’inizio del Settecento cessò del tutto. A metà dell’Ottocento i Francesi istituirono i primi avamposti di Assimie e Grand-Bassam, stipulando dei trattati con i capi locali ai quali pagavano un dazio per l’uso della terra. Nel 1886 la Francia procede all’occupazione effettiva della Costa d’Avorio (chiamata in francese Côte-d’Ivoire). Nel 1893 la Costa d’Avorio fu proclamata una colonia francese e Binger, già capitano, fu nominato governatore. La capitale della colonia fu Grand-Bassam, successivamente trasferita a Bingerville, dal 1893 al 1896. Abidjan iniziò a svilupparsi e negli anni ’30 diventò la città più importante della coloni.
    Félix Houphouët-Boigny, figlio di un capo Baoulé, era destinato a diventare l’artefice dell’indipendenza della Costa d’Avorio. Houphouët-Boigny assunse in breve un ruolo di rilievo e dopo solo un anno venne eletto al Parlamento di Parigi. Houphouët-Boigny iniziò a diventare sempre più amichevole nei confronti dei Francesi, e lasciò gradualmente cadere le rivendicazioni più radicali. La Francia lo ricompensò facendolo diventare il primo Africano a diventare ministro in un governo Europeo. Al momento della indipendenza della Costa d’Avorio nel 1960, il Paese era nettamente il più prospero dell’Africa Occidentale Francese, da qui proveniva infatti oltre il 40% alle esportazioni totali della regione. Ma la crisi mondiale non risparmiò il paese. Nel 1990 centinaia di lavoratori civili scioperarono, insieme agli studenti che protestavano contro la corruzione istituzionale. L’agitazione forzò il governo ad accettare la democrazia multipartitica. Houphouët-Boigny divenne sempre più debole e morì nel 1993. Il suo successore fu Henri Konan-Bédié. Nell’ottobre 1995 Bédié venne confermato alla presidenza con il 96% dei voti contro un’opposizione frammentata e disorganizzata. Il suo governo perse però in breve tempo il sostegno internazionale. Bédié favorì l’aumento della corruzione, causando la diffusione del malcontento anche all’interno dell’esercito. Quattro anni dopo essere stato allontanato, cioè il 24 dicembre 1999, il generale Robert Gueï, alla testa di un gruppo di soldati, rovesciò il governo di Henri Konan Bédié. Accolto come un riparatore dei torti dalla popolazione, il generale Gueï instaurò il 4 gennaio 2000 un Comitato di Salute Pubblica con il compito di condurre al più presto a libere elezioni nel paese.
    Il 1º agosto 2000 la Costa d’Avorio si dotò di una nuova costituzione, grazie alla quale il generale Gueï, su modello del suo predecessore, Henri Konan Bédié, decise a sua volta di invocare il concetto di “ivorianità” per escludere Alassane Ouattara, politico di spicco di origini del Burkina Faso, dalla corsa elettorale. L’elezione, tenutasi nell’ottobre del 2000, vide vincitore delle elezioni, Gbagbo. Appena eletto, il presidente Gbagbo respinse la legittimità politica di Alassane Ouattara, capo del RDR (raccolta dei repubblicani) scatenando violente proteste nel nord del paese.
    Il 19 settembre 2002, truppe di ribelli provenienti dal nord guadagnarono il controllo di gran parte del paese. L’ex presidente Guéi rimase ucciso nei combattimenti. La Francia inviò delle truppe per il rispetto dei confini della tregua. Nel gennaio 2003, il presidente Gbagbo e i capi dei ribelli firmarono degli accordi per la creazione di un governo di unità nazionale, che si dimostrò estremamente instabile. Il 31 ottobre 2010 si sono svolte nuove elezioni presidenziali: tra i candidati vi erano Alassane Ouattara e Laurent Gbagbo, che andarono al ballottaggio, con vittoria finale di Alassane Ouattara con il 54,10% dei voti. Gbagbo, contestando il risultato a lui avverso, non ha lasciato la Presidenza nonostante le innumerevoli pressioni provenienti anche dall’estero. Dopo l’intervento di truppe francesi (su mandato ONU a seguito della risoluzione 1975 votata quasi all’unanimità), l’11 aprile 2011 Gbagbo viene arrestato e consegnato alla Corte Penale Internazionale dove è detenuto con l’accusa di crimini contro l’umanità. Lo stesso giorno il Consiglio Costituzionale proclama Alassane Ouattara nuovo Presidente della Costa d’Avorio, attualmente ancora in carica.

  • INFORMAZIONI PRATICHE

    VISTI E VACCINAZIONI
    È necessario il passaporto con validità residua di almeno tre mesi e il visto d’ingresso da richiedere prima della partenza. Vaccinazione obbligatoria contro la febbre gialla.

    VALUTA
    Nome Moneta: Franco CFA
    Codice Moneta: XOF
    1 Euro = 655.9570 Franco CFA


SIERRA LEONE


  • IN SINTESI

    Capitale: Freetown
    Superficie: 71.640 kmq
    Popolazione: 5.867.536 ab (2012)
    Lingua: inglese, idiomi locali (temne, mende, krio)
    Religione: islam (60%), cristiana (30%), religioni animiste il restante
    Governo: Repubblica Presidenziale
    Indipendenza: 27 aprile 1961 dalla Gran Bretagna
    Moneta: Leone
    Fuso orario: -1 con ora solare in Italia, -2 con ora legale
    Prefisso telefonico: 00232

  • CARATTERISTICHE DEL PAESE

    GEOGRAFIA
    Stato costiero dell’Africa Occidentale, confina a nord e a est con la Guinea, a sud-est con la Liberia e si affaccia a sud sull’Oceano Atlantico. La fascia costiera si presenta bassa e spesso paludosa, molto articolata con insenature e penisole (la maggiore delle quali ospita la capitale Freetown) e costellata da tante piccole isole. Procedendo verso l’interno i rilievi si accentuano, soprattutto sul versante nord orientale ai confini con la Guinea, con la massima altitudine di 1948 mt raggiunta dei monti Loma. Proprio da questi monti, dalla catena del Futa Djalon e dalle montagne guineane, nascono i maggiori corsi d’acqua del paese, speso interrotti da cascate che ne impediscono la navigazione. Molto fitta la foresta pluviale sempreverde si è ridotta moltissimo a causa dello sfruttamento del legname; più all’interno s trova invece la vasta savana arbustiva.

    CLIMA
    Il clima è di tipo tropicale, caldo-umido sub-equatoriale, diviso in due stagioni: la stagione estiva delle piogge che va da aprile a novembre, con forti precipitazioni con monsoni di sud-ovest e uragani nella sua parte finale; la stagione secca, più breve, è caratterizzata dall’harmattan, vento caldo e asciutto che all’interno del continente arriva fino al mare.

    POPOLAZIONE
    La stima della popolazione è piuttosto approssimativa, a causa dei tanti profughi che vi furono al tempo della guerra ed è stimata intorno agli otto milioni di abitanti. La densità è molto alta con una forte concentrazione nella capitale Freetown. Le etnie sono varie, miste tra autoctone (soprattutto derivanti dal ceppo sudanese) e discendenti dagli schiavi liberati e rientrati dall’America a fine ‘800, da cui deriva il none della capitale. In forte minoranza la presenza creola, formata a meticci che discendono appunto all’unione degli schiavi e degli europei colonizzatori.

    STORIA
    Lo stato, venduto nel 1788 da un sovrano locale all’Inghilterra, fu una colonia inglese. Lo scopo ella nascita di questa colonia fu quello di accogliere parte degli schiavi liberati ed altri senza una patria. La colonia fu divisa in due provincie, ciascuna delle quali con a capo un commissario europeo che supervisionava i vari capi locali che si occupavano delle questioni minori. La piana colonizzazione avvenne con il passaggio dalla compagnia che sfruttava questi territori all’Inghilterra, nel 1807. Nel 1904 ci fu la cessione delle isole Los alla Francia, che, come gli inglesi, intuì le forti possibilità di sfruttamento di materie prime, soprattutto all’interno del paese. In particolare diamanti. Dopo la seconda guerra mondiale la Gran Bretagna iniziò ad applicare in Sierra Leone la stessa politica di preparazione all’autonomia, che stava già realizzando nelle altre colonie africane. Attraverso varie tappe si giunse all’ammissione nel Commonwealth nel marzo del 1961 e all’indipendenza il 27 aprile dello steso anno. ll governo del giovane stato fu, all’atto della sua indipendenza, retto da una coalizione, United Front, presieduta dal conservatore Milton Margai, esponente del Sierra Leone People’s Party: governatore generale come rappresentante della Corona britannica, e quindi capo dello Stato, fu l’africano Henry Josiah Lightfoot Boston, mentre l’opposizione fu alla guida di Siaka Stevens, capo dell’All People’s Congress. Nel 1964 alla morte di Margai, il governo passò nelle mani del fratello Albert con risultati disastrosi, in quanto egli applicò un regime totalitario e inefficiente, e ciò fece lievitare il partito d’opposizione. E nelle elezioni del marzo 1967 il partito di governo perse la maggioranza e mentre Stevens si apprestava ad assumere il potere, si verificò un colpo di Stato militare promosso da D. Lansana. I partiti furono aboliti, la Costituzione fu sospesa; ne nacque il “Consiglio Nazionale Riformatore” capeggiato dal colonnello T. A. Juxson-Smith, che assunse l’incarico con la promessa di restaurare in breve tempo il governo civile. Non essendosi ciò verificato ancora nel 1968, un altro comando militare intervenne e mise Stevens nelle condizioni di formare il governo. Quindi il Sierra Leone People’s Party passò all’opposizione. Contrasti, disordini, antagonismi tribali e regresso nella economia furono le componenti per dichiarare lo stato d’emergenza, che cominciò nel novembre 1968 e si chiuse nel febbraio 1969. Nel 1970 ritornarono le difficoltà, si formò un altro partito di opposizione, l’Union Democratic Party che ebbe vita breve e poi ancora si tornò allo stato d’emergenza. Dopo alcuni colpi di stato e attentati falliti, il 19 aprile 1971 fu proclamata la Repubblica, Stevens presidente, S.I. Koroma premier, capitale Freetown. Seguirono molti anni di instabilità e forti disordini. Il 30 aprile 1992 ancora un colpo di Stato di giovani ufficiali fu elaborato dal capitano V. E. M. Strasser, diventato il più giovane capo di Stato al mondo, dato che prese il potere tre giorni dopo il suo 25º compleanno. Strasser nel 1993, formando il nuovo governo, promise il ritorno alla democrazia entro tre anni. Ma ciò non si verificò perché il paese continuò a essere dilaniato da violenze di ogni tipo. Strasser dovette combattere contro il Fronte Rivoluzionario Unito (R.U.F), che dopo aver sostenuto la Guerra civile accanto ai guerriglieri liberiani nel loro paese, ora stava turbando la vita politica in casa propria, con molte azioni delittuose, fra cui il saccheggio delle miniere di diamanti, unica vera fonte di ricchezza della Sierra Leone. Questi ribelli, nel corso della prima metà del 1995, erano pericolosamente avanzati fino a pochi chilometri dalla capitale. Moltissimi abitanti abbandonarono le loro case e fuggirono, ma molti altri subirono una vera e propria strage. Nel giugno del 1995 le forze armate del paese, insieme con mercenari sudafricani di Executive Outcomes e alle forze militari nigeriane e guineane, sferrarono un forte contrattacco e riuscirono a debellare i guerriglieri e a ricacciarli nelle zone di confine con la Liberia. Tutti i gruppi armati hanno reclutato combattenti minorenni, spesso a forza dopo essere rapiti durante le incursioni nei villaggi e costretti ad agire sotto l’effetto di droghe. Alcuni di loro si sono resi responsabili di mutilazioni e uccisioni. Il reinserimento nelle comunità di origine è reso molto difficoltoso dal risentimento degli stessi abitanti nei confronti delle formazioni in cui sono stati costretti a militare. Con gli accordi di pace stipulati nel luglio 1999 venne garantita un’amnistia generale per tutti i crimini commessi durante gli anni della guerra civile dai militanti delle diverse fazioni armate.

  • INFORMAZIONI PRATICHE

    VISTI E VACCINAZIONI
    È necessario il passaporto con validità residua di almeno tre mesi e il visto d’ingresso da richiedere prima della partenza. Vaccinazione obbligatoria contro la febbre gialla.

    VALUTA
    Nome Moneta: Leone
    Codice Moneta: SLL
    1 Euro = 10.500 Le


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