Capitale: Città Del Capo (Legislativa) Pretoria (Amministrativa) Bloemfontein (Giudiziaria)
Superficie: Totale 1.219.912 Km²,
Popolazione: 56.521.900 Ab. (Stima 2017)
Lingua: Afrikaans E Inglese (Ufficiali). Inoltre: Isizulu, Isixhosa, Aepedi, Setswana, Sesotho, Xitsonga E Altre
Religione: Cristianesimo (Varie Forme), Musulmani, Induisti, Ebrei E Minoranze Animiste
Governo: Repubblica
Costituzione: 18 Giugno 1993
Indipendenza: 31 Maggio 1910 Dal Regno Unito
Moneta: Rand
Fuso Orario: + 1 Con Ora Solare In Italia, 0 Con Ora Legale
Prefisso Telefonico: +27
GEOGRAFIA
Estrema punta meridionale del continente africano, il Sudafrica è l’unico paese bagnato da due oceani: l’Atlantico e l’Indiano. Confina con la Namibia a nord ovest, con il Botswana a nord e con lo Zimbabwe e il Mozambico a nord est. Al suo interno sono presenti due piccoli Stati sovrani indipendenti, il Lesotho e lo Swaziland. Il territorio è occupato per ben il 30% dall’Alto Veld, altopiano che si innalza verso ovest raggiungendo anche i 1.800 m. Esso presenta un orlo rialzato nella parte costiera che prende il nome di Grande Scarpata e comprende varie catene montuose e massicci isolati: il Table Mountain, che domina Città del Capo, i monti Drakensberg, con cime che oltrepassano i 3000 m, e i sistemi montuosi Swartberg e Langeberg. Superata la Scarpata si estende la pianura alluvionale costiera del Basso Veld, interrotta solo dalle formazioni rocciose che giungono direttamente nell’oceano in prossimità della zona della Penisola del Capo. Il centro del Sudafrica è occupato prevalentemente dai bacini semi-desertici del Grande e Piccolo Karoo, che a nord ovest lasciano spazio al deserto del Kalahari, condiviso con la Namibia. Il Sudafrica è ricco di giacimenti di metalli preziosi, specie nella zona del Witwatersrand, alcuni dei quali arrivano fino a 7 km di profondità. Dal punto di vista idrografico i fiumi più importanti sono l’Orange, che segna anche un tratto del confine con la Namibia, il Limpopo che divide il Sudafrica dal Botswana, e il Tugela, che nasce sulle Drakensberg e forma le cascate omonime. Il lago maggiore è il Saint Lucia, sito nel Kwazulu-Natal.
CLIMA
Trovandosi nell’emisfero australe, le stagioni del Sud Africa sono invertite rispetto alle nostre. Il clima è generalmente temperato e l’estate coincide con dicembre e gennaio; la nostra primavera, cioè maggio e giugno, in Sudafrica è sinonimo di giornate tiepide e serate decisamente fresche, mentre l’inverno va da luglio alla fine di settembre. In questo frangente si verificano nevicate nelle zone del Drakensberg, del Kwazulu, e sulle montagne di Mpumalanga e di Cape Town.
POPOLAZIONE
La popolazione sudafricana è composta da vari gruppi etnici sia bianchi che neri: afrikaans (di origine boera) inglesi, ndebele, soto del sud e soto del nord, swati, tsonga, tswana, venda, xhosa e zulu. Questo spiega l’elevato numero di religioni praticate: Cristianesimo, Islam, Induismo, Ebraismo ed in percentuale minore animismo; e di lingue parlate: le ufficiali sono 11 e corrispondono alle varie etnie, ma quella predominante è l’afrikaans. La popolazione si concentra nelle principali città, alcune delle quali hanno raggiunto la dimensione di medie e grandi metropoli: Johannesburg, Capetown, Port Elisabeth, Durban, Pietermaritzburg ed East London.
STORIA
Oltre ad affondare le proprie radici all’origine dei tempi il passato del Sudafrica è ricco di fatti che hanno segnato nel profondo la storia dell’umanità. In questa terra furono rinvenuti fossili di australopiteci, Homo Habilis, Homo Erectus e Homo Sapiens-Sapiens, e sempre qui circa 10.000 anni fa si stanziarono i boscimani, seguiti dagli ottentotti. Nel XV secolo furono i portoghesi a mettervi piede durante i loro coraggiosi viaggi di scoperta: nel 1488 Bartolomeo Diaz circumnavigò l’Africa passando per il capo di Buona Speranza, e dieci anni dopo Vasco da Gama doppiò il Capo per raggiungere le coste del Natal.
Nel corso del Seicento arrivarono simultaneamente coloni olandesi (detti boeri) e popolazioni bantu. A metà del secolo l’Olanda, tramite la Compagnia delle Indie Orientali, fondò una colonia permanente, estendendo il proprio dominio sulla base commerciale del Capo di Buona Speranza. L’uso di schiavi, unito all’immigrazione di altri coloni boeri, favorì la proliferazione della colonia in tutta la parte sud del paese e si sviluppò una cultura e una lingua afrikaans destinata a durare fino ai nostri giorni.
Al termine del XVIII secolo la Corona britannica cominciò ad interessarsi a questa ricca parte di continente africano e a dispetto degli accordi presi inizialmente con i boeri favorì l’occupazione inglese del territorio, specie delle città. Nel 1814 gli inglesi riuscirono ad acquisire la colonia del Capo, imposero l’inglese come lingua ufficiale e abolirono la schiavitù (‘33). I boeri furono quindi costretti ad una lunga migrazione verso est e nord chiamata il Grande Trek e crearono infine gli Stati semiautonomi di Transvaal e Orange, successivamente trasformati in Repubbliche Boere, formalmente riconosciute dai britannici (‘52-‘54). La situazione precipitò alla fine dell’800 con la scoperta di giacimenti di diamanti e oro nel Trasvaal e la conseguente nuova, massiccia, infiltrazione inglese. I contrasti ormai insanabili con i boeri, rappresentati dal presidente del Transvaal, Paul Kruger, sfociarono nella sanguinosa guerra anglo-boera. Il conflitto si concluse nel 1902 col passaggio delle repubbliche sotto la Corona britannica.
Soffocate le antiche divergenze nel nuovo status quo, inglesi e boeri si allearono, e nel ‘10 diedero vita al nuovo dominion britannico dell’Unione Sudafricana guidata da un ex comandante dell’esercito boero e rappresentante del Partito Afrikaner: Louis Botha. Negli anni seguenti il governo emanò provvedimenti volti a limitare i diritti della comunità nera, e in breve furono gettate le fondamenta dell’apartheid: nel ‘13 il Natives Land Act confinava i nativi africani in riserve, vietando loro di acquistare terre al di fuori. Parallelamente iniziò la contestazione del nascente movimento nazionalista bantu African National Congress (Anc) fondato nel ‘12. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale il Sud Africa si schierò al fianco dell’Inghilterra. Sul fronte interno, invece, il ‘24 coincide con l’avvento del primo ministro James Barry Hertzog, fautore della supremazia dei bianchi e fondatore del National Party, una formazione di estrema destra dominata dagli afrikaner. Durante i suoi governi furono introdotte leggi razziste e segregazioniste: l’afrikaans fu aggiunto all’inglese come lingua ufficiale, i neri furono esclusi da tutti i lavori non manuali e relegati nelle “homeland”, territori privi di infrastrutture e risorse per il sostentamento; fu loro vietata l’organizzazione in sindacati e obbligati a possedere un lasciapassare per poter lavorare nelle aree abitate dai bianchi (Pass Act, ‘34). Più in generale, possiamo dire che da quel momento ogni individuo veniva identificato in base a criteri razziali, dai quali dipendeva il luogo in cui poteva abitare, lavorare e svolgere tutte le normali attività.
Dopo aver ottenuto l’indipendenza nell’ambito del Commonwealth (‘31) ed essere scesa in guerra contro la Germania nazista, tra il ‘48 e il ‘56 il Sudafrica vide consolidare il regime di apartheid. I provvedimenti del governo nazionalista di Malan stabilivano infatti il divieto dei matrimoni misti, la separazione delle scuole per i neri, la divisione della società sudafricana in 4 gruppi razziali (bianchi, neri, meticci e asiatici) e il divieto per i non bianchi di risiedere nelle città senza un permesso speciale o di transitarvi senza un apposito lasciapassare; fino all’abolizione del diritto di voto per tutti coloro che non erano bianchi. In questo clima di intolleranza e tensione emerse la figura di Nelson Mandela, leader dell’Anc, il quale insieme al Congresso Panafricano (Cpa) decise di opporsi con le armi alle misure repressive del governo; per questo fu arrestato e condannato all’ergastolo (‘64). Alla metà degli anni Sessanta giungeva dall’Onu la condanna ufficiale dell’apartheid con più l’annuncio di sanzioni. Il ‘76 è ricordato come l’anno del massacro di centinaia di persone nel ghetto di Soweto, fatto che ebbe un fortissimo impatto sull’opinione pubblica internazionale e contribuì da un lato a screditare definitivamente l’ormai isolato governo razzista sudafricano, dall’altro ad intensificare la pressione mondiale per l’adozione di decise sanzioni economiche. L’isolamento a livello mondiale, le dimissioni del primo ministro nazionalista Botha e l’avvento alla guida del governo del riformatore De Klerk, ma anche il crollo del Blocco Socialista, furono tutti elementi che favorirono la svolta del ’90. In quell’anno De Klerk annunciava clamorosamente la fine del razzismo in Sudafrica, la legalizzazione dei partiti d’opposizione e il rilascio dei prigionieri politici, compreso Nelson Mandela che fu subito coinvolto nel processo di transizione dei poteri. Nell’aprile del ‘94 si svolsero le prime elezioni libere della storia del Sud Africa, vinte nettamente dall’Anc. Mandela divenne il nuovo presidente, coadiuvato da De Klerk in qualità di vicepresidente. E mentre il referendum del ‘92 dichiarava ufficialmente l’abolizione dell’apartheid, la relazione finale della Commissione per la Verità e la Riconciliazione Nazionale presieduta dal vescovo Desmond Tutu (ottobre ’98) contribuiva in maniera fondamentale a porre la parola “fine” a circa un secolo di razzismo e violenza nel paese: essa metteva sì in luce i tanti crimini commessi dal regime di apartheid, ma al contempo condannava anche gli episodi violenti in cui era stata coinvolta l’Anc.
Il cambiamento storico del Sudafrica portò con sé il reinserimento del paese nella comunità internazionale e l’inaugurazione di una nuova era all’insegna dell’uguaglianza tra le razze. Purtroppo, nonostante il piano volto a favorire la nascita di un’imprenditorialità nera, chiamato Black Empowerment, non si può dire lo stesso in materia di condizioni economiche. Con l’uscita di scena di Mandela (’98) la guida del paese passò a Thabo Mbeki, sempre dell’Anc, sotto il quale il Sudafrica svolse il ruolo di protagonista nella nascita dell’Unione Africana (Ua) e vide attuare il piano nazionale per la lotta contro l’aids basato sulla produzione di farmaci generici. Tutto questo ha favorito un incremento della considerazione internazionale del paese, testimoniato anche dall’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2010. Le elezioni politiche del ‘09, le quarte della storia democratica del paese, sono state vinte da Jacob Zuma, esponente dello storico Anc. Oggi il nuovo presidente è Cyril Ramaphosa.
VISTI E VACCINAZIONI
È necessario il passaporto con validità di almeno sei mesi. Non sono obbligatorie vaccinazioni, tuttavia, consigliamo la profilassi antimalarica se si toccano le province del nord, di Mpumalanga, del nord-est del Kwazulu-Natal e soprattutto dell’area del Grande Parco Kruger (in particolare nel periodo da novembre a marzo).
VALUTA
Nome Moneta: Rand
Codice Moneta: Zar
1 Euro = 16.00 Rand
Capitale: Harare
Superficie: Totale 390.757 Km²,
Popolazione: 14.780.139 Ab. (Stima 2014)
Lingua: 16 Ufficiali Tra Cui Inglese, Shona, Matabele, Altre Del Gruppo Khoisan
Religione: Cristiana (62%), Animista
Governo: Repubblica
Indipendenza: 18 Aprile 1980 (Precedentemente Rhodesia Del Sud)
Moneta: Dollaro Usa (In Uso Altre Valute Internazionali)
Fuso Orario: +1 Con Ora Solare In Italia, 0 Con Ora Legale
Prefisso Telefonico: +263
GEOGRAFIA
Non ha sbocchi sul mare e confina a nord con lo Zambia, a est con il Mozambico, a sud con il Sudafrica e a ovest con il Botswana. Il territorio è piuttosto uniforme e consta in una parte dell’altopiano compreso tra il fiume Limpopo (Sud) e lo Zambesi (Nord). Le vette più alte, che si trovano a Nord e Nord-Est, digradano in direzione del Mozambico senza mai superare i 2500-2600 metri di altitudine. Il territorio è diviso in tre fasce in base all’altitudine: basso Veld (0-700 metri), medio Veld (700-1200 metri), alto Veld (altitudini superiori). Il fiume principale del paese è lo Zambesi, il quale funge da confine con il limitrofo Stato dello Zambia; esso alimenta il bacino idroelettrico di Kariba e dà vita alle cascate Vittoria.
CLIMA
Il clima è di tipo tropicale: presenta quindi due stagioni, una secca da aprile a ottobre (inverno australe), l’altra piovosa tra novembre e marzo (estate australe). La temperatura varia a seconda della fascia di altitudine, per cui si hanno escursioni termiche ridottissime nell’alto e nel medio Veld, mentre si ha un’accentuazione nello scarto tra temperatura invernale ed estiva nel basso Veld; la piovosità annua si tiene su una media di 700 mm..
POPOLAZIONE
L’etnia prevalente è quella nera bantu shona (67,1%); seguono i bantu ndebele (13%), i chewa (4,9%) e i bianchi, massimamente di stirpe anglosassone (3,5% nel 2004, ma in forte diminuzione per via dell’emigrazione causata dalle repressioni governative). Il restante 11,5% va suddiviso tra meticci, mulatti, asiatici e altri. Secondo il censimento del 2012, il 99,7% della popolazione è di origine africana, con la maggioranza dell’emigrazione bianca che si è diretta verso il Regno Unito, Sudafrica, Botswana, Zambia, Canada, Australia e Nuova Zelanda
STORIA
ll territorio è abitato sin da tempi remoti. Già intorno al IV secolo iniziò l’insediamento di popolazioni bantu, in particolare del gruppo karanga, da cui discendono gli shona odierni, etnia maggioritaria del paese. Le rovine di Grande Zimbabwe (scoperte nel 1871) testimoniano la presenza nella zona, fin dal XII secolo, di una civiltà dall’elevato sviluppo, di cui però si sa pochissimo. Nel 1837 il territorio degli shona fu conquistato dagli ndebele (o matabele), i quali erano stati cacciati oltre le sponde del fiume Limpopo dall’espansionismo degli zulu guidati da Shaka. I matabele, guidati dal sovrano Mzilikazi, sottomisero quindi gli shona.
Nonostante un primo approccio al territorio dei portoghesi tra i secoli XV e XVI, la vera opera di colonizzazione bianca fu britannica e molto più tardiva. In particolare l’opera colonizzatrice fu svolta alla fine del XIX secolo da Sir Cecil Rhodes, esploratore e uomo d’affari inglese, il quale aveva come sogno un Impero Britannico dal Cairo a Città del Capo[8]. Rhodes nel 1888 stipulò un accordo con il re dei matabele Lobenguela, assicurandosi lo sfruttamento delle risorse minerarie del territorio, confermatogli un anno dopo dalla Corona Inglese. Rhodes dette il proprio nome alle regioni che divennero note come Rhodesia Meridionale (attuale Zimbabwe) e Rhodesia Settentrionale (attuale Zambia). Queste due terre divennero così un dominio diretto di Rhodes e della sua compagnia, la British South Africa Company, che fungeva da organo amministrativo. Rhodes morì nel 1902 e la gestione diretta del territorio da parte della BSAC si protrasse fino al 1923.
Nell’ottobre 1923 la Rhodesia Meridionale, dopo il referendum dell’anno precedente, divenne una colonia del Regno Unito, sottoposta al controllo della Corona Inglese.
Il Primo Ministro della Rhodesia Meridionale, Ian Douglas Smith, segretario del principale partito bianco, il Fronte Rhodesiano, proclamò a sua volta (11 novembre 1965) l’indipendenza della colonia dalla Gran Bretagna. La dichiarazione unilaterale non fu però riconosciuta a livello internazionale. Il paese assunse il nome ufficiale di Repubblica di Rhodesia. Il 12 novembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunì emanando la Risoluzione 216, con la quale si invitavano tutti i membri dell’ONU a non riconoscere la Repubblica di Rhodesia, contro la quale furono applicate, per la prima volta nella storia dell’ONU, sanzioni economiche.
Socialmente ed economicamente la struttura del nuovo Stato si basava su un controllo generale dei bianchi sulla vita dello Stato, una predominanza garantita da un regime molto simile a quello dell’apartheid sudafricano. I princìpi alla base di questa organizzazione erano costituiti dal fatto che, secondo il partito di Smith, i bianchi di stirpe anglosassone avevano il diritto di gestire lo Stato che essi soli avevano fondato con fatica, indipendentemente dal fatto che fossero maggioranza o minoranza.
Nel 1980, dopo anni di lunghe trattative con la Gran Bretagna, lo Zimbabwe assunse il nome odierno e la sua indipendenza fu riconosciuta a livello internazionale. Le prime elezioni del paese, stavolta a suffragio universale, elessero Capo del Governo Robert Mugabe, leader dello ZANU; primo Capo di Stato fu Canaan Banana, facente parte dello stesso partito. Anche per Nkomo e lo ZAPU si registrò un sostanziale successo, mentre Muzorewa ottenne un risultato al di sotto delle aspettative.
Inizialmente i bianchi riuscirono a mantenere qualche deputato, ma furono via via estromessi dal potere politico. Mugabe, con consenso internazionale, riuscì infatti a limitarne sempre più le iniziative, finché lo stesso Smith dovette ritirarsi a vita privata e infine autoesiliarsi in Sudafrica. Mugabe organizzò un governo di ispirazione vagamente marxista-leninista, non rinunciando però a improvvise concessioni al liberismo. Le attenzioni di Mugabe si rivolsero per tutti gli anni ottanta alle etnie nere rivali, in particolare gli ndebele. Nel 1987, scaduto il termine settennale di Canaan Banana, Robert Mugabe si autoproclamò presidente con poteri esecutivi, eliminando la carica di Primo Ministro. Riconfermato nel 1990 e nel 1996, Mugabe e il suo partito accentrarono in sé i poteri dello Stato, assumendo atteggiamenti sempre più demagogici e repressivi verso qualunque forma di opposizione. Tra la seconda metà degli anni novanta ed oggi, il regime di Mugabe si è scagliato in particolare contro i bianchi e, più in generale, contro gli oppositori riuniti nella MDC (Movement for the Democratic Change), guidata da Morgan Tsvangirai. I bianchi sono stati questa volta colpiti dal punto di vista economico attraverso politiche di esproprio forzato dei latifondi.[16] Innumerevoli gli episodi di violenza. Buona parte dei bianchi sono così momentaneamente emigrati.
Nel 2008 Mugabe è stato nuovamente riconfermato al vertice del paese, in un turno elettorale contrassegnato da tumulti e violenze generalizzate. Nel settembre 2008, dopo cinque mesi di trattativa, si è arrivati al seguente accordo: Mugabe rimane presidente del paese, mentre Morgan Tsvangirai, leader del partito d’opposizione MDC, diventa il nuovo primo ministro. Dal lunedì 15 giugno 2015 lo Zimbabwe ritira dalla circolazione la propria moneta nazionale, il dollaro zimbabwese, ormai troppo svalutata dopo oltre un decennio di gravissima inflazione, che non veniva più stampata dal 2009 (anno in cui la banconota di valore maggiore aveva raggiunto un taglio di 100.000 miliardi). Esso viene sostituito da dollaro USA e rand sudafricano. Il 15 novembre 2017 un colpo di Stato non cruento tenta di destituire il novantatreenne presidente Mugabe, il quale il 21 novembre successivo rassegna le dimissioni. Oggi il Presidente è Emmerson Mnangagwa.
VISTI E VACCINAZIONI
È necessario il passaporto con validità di almeno sei mesi; necessario il visto d’entrata, ottenibile all’arrivo in Zimbabwe (visto ora unificato con quello dello Zambia). Non sono obbligatorie vaccinazioni, tuttavia, consigliamo la profilassi antimalarica.
VALUTA
Nome Moneta: USD americano e Rand Sudafricano
Codice Moneta: USD e ZAR
1 Euro = 1.13 USD – 16.00 Rand