Capitale: Addis Abeba
Superficie: Totale 1.127.127 Km²
Popolazione: 102.403.196 Ab. (2016)
Lingua: Amarico, Tigrino E Altri Dialetti Locali; Diffuso L’inglese Nei Centri Urbani
Religione: Cristianesimo Ortodosso, Islam, Cristianesimo Cattolico
Governo: Repubblica
Indipendenza: 27 Novembre 1941 Dall’italia
Moneta: Birr Etiopico
Fuso Orario: +2 Con Ora Solare In Italia, +1 Con Ora Legale
Prefisso Telefonico: +251
GEOGRAFIA
Situata tra Equatore e Tropico del Capricorno, l’Etiopia si trova nella regione comunemente conosciuta come Corno d’Africa. Confina a nord con l’Eritrea, a ovest con il Sudan, a est con Somalia e Djibuti, e a sud con il Kenya. Sono molti i rilievi: gli altipiani, con altitudine compresa tra i 1.500 e i 2.400 metri, occupano la metà circa del territorio e le ampie pianure sono divise di netto dalla Grande Rift Valley. La montagna principale è il Ras Danscian (4.620 m). La flora tende a variare in base ad altitudine e latitudine, quindi accanto ad aree steppose, brulle e semidesertiche troviamo quelle più verdi in prossimità di fiumi e laghi. I maggiori sono il Lago Tana, dal quale nasce il Nilo Blu (fiume principale) e il Turkana, diviso col Kenya.
CLIMA
La varietà paesaggistica fa sì che vi siano grandi differenze climatiche. Si possono distinguere tre zone: quella fredda, oltre i 2.400 metri, con temperature che raggiungono al massimo i 16°C; quella temperata, tra i 1.500 ed i 2.400 metri, con temperature comprese tra 16 e 30°C; e la calda, sotto i 1.500 metri, con condizioni tropicali e temperature tra 27 e 50°C. La stagione delle piogge va da metà giugno a metà settembre, ma è più lunga nelle regioni meridionali dove viene preceduta da piogge intermittenti tra febbraio e marzo. Il resto dell’anno il clima è generalmente secco.
POPOLAZIONE
L’Etiopia è il secondo paese più popoloso dell’Africa dopo la Nigeria. Tra gli 80 gruppi etnici che vivono in questo paese i maggiori sono gli amhara (30%) e gli oromo (26%). La lingua ufficiale è l’amarico, affiancato da ben 84 lingue locali, oltre all’inglese. Le religioni predominanti sono quella cristiana copta e islamica, seguite da percentuali minori di cattolici e animisti.
STORIA
La storia del popolo etiope affonda le radici nella notte dei tempi, basti pensare che in questo punto della Rift Valley furono ritrovati (1974) i resti di Lucy, il più antico ominide eretto, vissuto tre milioni e mezzo di anni fa. L’Età Antica è legata alla figura di Makeda, nota come la Regina di Saba (il cui regno di estendeva tra Etiopia e Yemen) citata sia nella Bibbia che nel Corano e nel Kebra Nagast, il libro sacro della tradizione etiope; ma anche allo splendore del Regno di Axum, sorto nel periodo attorno alla nascita di Cristo e divenuto, successivamente alla predicazione di San Frumenzio, un baluardo del Cristianesimo copto.
Con il dilagare dell’Islam nella parte settentrionale e orientale dell’Africa, l’Impero Etiopico, che nel frattempo era subentrato al Regno di Axum, si ritrovò accerchiato da popoli di fede musulmana. Nel 1542 lo scontro con i fedeli della mezzaluna giunse al culmine nella regione del Lago Tana e gli etiopi riuscirono ad avere la meglio grazie al sostegno dei portoghesi. La disgregazione dell’Impero nel corso del Settecento fece sì che l’intera area divenisse, per più di un secolo, terra di conquista e scorribande. Ma nel momento in cui il Regno d’Italia cominciò ad offrire sostegno al sovrano della regione di Scioa la situazione cambiò, e alla fine Menelik II fu celebrato come il nuovo, atteso negus (imperatore).
Dalla fine dell’’800 la storia etiope si intreccia a quella dell’Italia, e passando per vari episodi come l’occupazione italiana di Assab (1872) e Massaua (1885) e la firma del Trattato di Uccialli (con cui l’Italia credeva di aver ottenuto il protettorato sull’Etiopia) si giunge ai primi scontri (Adua, Dogali, Amba Alagi, Maccallé) in cui le truppe italiane subirono gravissime sconfitte. Con il Trattato di Addis Abeba (1886) l’Italia dovette riconoscere l’indipendenza dell’Etiopia limitandosi al protettorato sull’Eritrea. Giusto il tempo di succedere a Menelik II, attuare riforme progressiste e adottare una Costituzione, che il nuovo negus Hailé Selassié dovette fronteggiare un’altra aggressione da parte dell’Italia, nel frattempo proclamatasi fascista. Il 3 ottobre 1935 le truppe italiane attaccarono l’Impero Etiope; Selassié, dopo un inutile appello alla Società delle Nazioni decise di andare in esilio in Gran Bretagna, spianando così la strada agli invasori. Completata la conquista e annunciata la nascita dell’Impero Italiano, veniva costituita l’Africa Orientale Italiana (Aoi) comprendente, oltre l’Etiopia, anche Eritrea e Somalia. Nel corso dei cinque anni di dominio gli italiani si distinsero per le opere di sviluppo e modernizzazione, oltre che per abusi e violenze. Ma appena il tempo di attendere la disfatta italiana nella Seconda Guerra Mondiale, la disgregazione dell’Aoi e il ritorno (1942) di Hailé Salissié sul trono di Addis Abeba, che il popolo etiope riconquistò la libertà perduta.
La fine dell’epoca coloniale portò ad un riassetto generale della regione del Corno d’Africa di cui fu artefice l’Onu. Considerando da un lato le rivendicazioni dell’Etiopia e dall’altro la richiesta d’indipendenza dell’Eritrea, le Nazioni Unite optarono (‘50) per la definizione dell’Eritrea come un’“unità autonoma” federata all’Etiopia; il che significava che il piccolo stato africano otteneva sì l’autonomia dall’Etiopia, tranne però che su questioni di politica estera e finanze.
Tale decisione di fatto scontentò entrambe le parti e finì per alimentare la guerriglia del Fronte popolare di liberazione dell’Eritrea (Fple) che si protrasse per decenni, fino alla conquista dell’indipendenza nel ‘91. In politica interna le cose non andarono meglio per Hailé Salissié: il mancato raggiungimento degli obiettivi economici e sociali rafforzò il largo fronte d’opposizione, fino a che, il 12 settembre ‘74, un colpo di stato depose il negus proclamando al contempo la formazione di un nuovo governo presieduto dal colonnello Menghitsu Hailé Mariam.
Negli anni in cui fu al potere il colonnello si distinse per il suo profilo dittatoriale: diede una sterzata socialista al paese, trasformandolo in Repubblica democratica popolare d’Etiopia (1987) col pieno sostegno dell’Urss, e reagì ad ogni sospetto d’opposizione interna con massacri e terrore. Tutto questo, sommato alle carestie e alle guerre (sia con l’Eritrea che con la Somalia per la questione dell’Ogaden) finì per screditare totalmente la figura di Menghitsu, al punto che optò per una fuga precipitosa in Zimbabwe.
Il nuovo governo, presieduto da Meles Zenawi, originario della zona del Tigré, fu costruito su base etnica e volto, da un lato alla moralizzazione degli apparati statali colpiti da una corruzione dilagante, e dall’altro alla risoluzione dell’annoso contenzioso con l’Eritrea. I rapporti tra i due paesi, infatti, precipitarono nuovamente nel ’97 sfociando in scontri armati. Nel 2002 intervenne il Tribunale dell’Aja, che vide nella demarcazione di 1000 chilometri della frontiera e nell’affidamento della sua gestione all’Ethiopian-Eritean Border Commission (Eebc) l’inizio di una possibile pacificazione. In realtà nessuno dei due paesi ha mai accettato i termini e le condizioni previste dalla risoluzione internazionale, visto che entrambi chiedono l’assegnazione della strategica località di Badmé. Il 15 maggio 2005 si svolsero le prime vere elezioni multipartitiche, ma furono segnalate gravi irregolarità dall’organismo di controllo indipendente Carter center e dagli altri osservatori internazionali e i partiti di opposizione denunciarono brogli. Nelle successive elezioni legislative del 2010, il partito di Meles Zenawi vinse ancora accaparrandosi oltre il 90 % dei voti; profonde irregolarità, brogli e intimidazioni furono però denunciati dalle forze di opposizione e dagli osservatori internazionali. Nel corso del 2011, l’Etiopia e i Paesi limitrofi subirono le conseguenze della peggiore siccità avvenuta in Africa orientale da circa 60 anni; per attenuare gli effetti della grave carestia, fu istituito un piano, comprendente strategie di lungo periodo, da parte del governo nazionale in collaborazione con la FAO e altre organizzazioni internazionali. Il primo ministro Meles Zenawi morì improvvisamente il 20 agosto 2012 a Bruxelles e il suo vice Haile Mariam Desalegn ne assunse il ruolo per i tre anni successivi. Le elezioni parlamentari del 2015 confermarono ancora il partito del premier Haile Mariam Desalegn, che ottenne il 100 % dei seggi; intimidazioni furono denunciate dagli osservatori internazionali, mentre molti dei rappresentanti dei partiti di opposizione furono arrestati; le manifestazioni di protesta furono duramente represse dalle forze di sicurezza, che provocarono almeno 140 morti, parecchie centinaia di feriti e numerosissimi arresti anche tra i giornalisti. Ribellioni contro il governo, espressione della minoranza tigrina, si diffusero l’anno seguente inizialmente nell’Oromia, per allargarsi all’adiacente Amara, da parte dei due principali gruppi etnici del Paese, oromo e amara. Il 15 febbraio del 2018 il primo ministro Haile Mariam Desalegn ha rassegnato inaspettatamente le dimissioni e il giorno seguente il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale; un mese dopo Abiy Ahmed Ali, presidente dell’Organizzazione Democratica del Popolo Oromo, uno dei quattro partiti della coalizione di governo, è stato votato leader dell’EPRDF, assumendo il ruolo di primo ministro designato; il 2 aprile viene eletto primo ministro d’Etiopia dal parlamento, diventando il primo premier oromo del Paese. Il 25 ottobre del 2018 è stata nominata presidente della Repubblica la diplomatica Sahle-Uork Zeudé, primo presidente donna nella storia etiope, e attualmente unico capo di stato donna in tutta l’Africa.
VISTI E VACCINAZIONI
Passaporto valido almeno sei mesi dalla data di entrata nel paese; necessario il visto d’entrata che si può richiedere all’Ambasciata etiope di Roma oppure ottenere all’arrivo ad Addis Abeba. Non ci sono obblighi di vaccinazioni, ma si consiglia la profilassi antimalarica.
VALUTA
Nome Moneta: Birr etiopico
Codice Moneta: ETB
1 Euro = 32.00 Birr etiopico